Questo documento integra il CODICE ETICO di Città di Opera ASD con l’obbiettivo di chiarire alcuni principi che sono
alla base dell’attività della sezione Basket.
SETTORE GIOVANILE: LA NOSTRA MISSION
Per fare attività di settore giovanile ci sono due strade possibili:
la prima è indicata dal cartello “VINCERE!!” la seconda dal cartello “INSEGNARE”.
E’ decisamente più facile imboccare la prima! Invece di costruire mattone dopo mattone (cosa faticosa per chi impara e
per chi insegna), si insiste sui punti di forza dei ragazzi evitando accuratamente di lavorare per correggere gli errori,
colmare le lacune, aggiungere ogni settimana un pezzo in più alla costruzione del giocatore del futuro. Probabilmente
strada che porta ad un maggior numero di vittorie, attraverso l’esaltazione degli atleti più virtuosi, lasciando indietro
quelli più in difficoltà e bisognosi di più tempo.
Noi scegliamo la seconda strada! Una scelta difficile, al limite dell’autolesionismo.
Ai nostri allenatori chiediamo infatti di:
- lavorare sui particolari, dimenticando i punti di forza (o almeno accantonandoli come un tesoretto intoccabile) per
insistere sulle debolezze (tecniche o caratteriali) e trasformarle in punti forti. - stimolare i giocatori che si crogiolano nelle zone di comfort, mettendoli costantemente di fronte a novità e difficoltà da
risolvere. - non lavorare per se stessi ma per il futuro, perché l’amore per quella palla e per quel canestro possa durare il più a lungo
possibile (il difficile è convincere un ragazzo di 12 anni che se non lavora per acquisire strumenti per giocare -i
fondamentali- il divertimento svanirà crescendo in quanto perderà contatto col gioco e con la squadra; quindi finirà, nella
migliore delle ipotesi, al campetto a fare qualche tiro ogni tanto). - Dividere le squadre in gruppi di lavoro il più possibile “omogenei”, partecipando al maggior numero di campionati
possibili per dare a tutti lo spazio per poter giocare. - fare in modo che nessuno dei nostri tesserati/atleti possa un giorno venire a contestare il fatto che l’allenatore non l’ha
ripreso per un errore (perché non meritevole di attenzione), non l’ha spronato a fare di piu’, non gli ha dato almeno uno
spazio in partita per provare a confrontarsi con gli altri.